Pagine

Pagine

Italiano

Le 7 menorah d'oro nell'Apocalsisse di Gesu' Cristo.

Le 7 menorah nel libro dell’Apocalisse

Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi 7 menorah d’oro, e in mezzo ai candelabri, uno simile a un figlio dell’uomo, con un’abito lungo fino ai piedi e cinto ai fianchi con una fascia d’oro. Apocalisse 1,12

I primi 12 Apostoli e  i primi seguaci di Gesu’ di Nazaret, erano tutti Ebrei. La Bibbia e’ stata scritta da Ebrei Israeliani, che “attendevano” il Messia promesso ad Israele. Ma quando la Bibbia e’ stata tradotta, la parola “menorah” fu tradotta in “candelabro”, togliendo dal contesto, il vero significato di questa parola. La menorah, era presente nel Primo Tempio di Gerusalemme  e il Sommo Sacerdote accendeva la menorah con i suoi 7 bracci, segno dei “futuri” 7 doni dello Spirito di Dio, dato nel giorno della Pentecoste agli Ebrei che avevano accolto il Messia, come aveva gia’ predetto il profeta Gioele3,1 nella Sacra Bibbia.

Durante la traduzione dei Vangeli, la parola menorah non è stata tradotta accuratamente, seguendo la tradizione e la cultura ebraica. Per questo motivo, la menorah e il simbolo della “menorah d’oro” menzionata nel Libro dell’Apocalisse, e’ stato velato e modificato al punto tale che, i credenti Cristiani nel tempo, non hanno conosciuto la vera immagine del candelabro, quello a cui fa riferimento il Libro dell’Esodo, dove la menorah, è il candelabro menzionato in Esodo 25,31. 

Nel Libro dell’Esodo, Dio ordina specificatamente a Mose’ come fare il Tabernacolo e la menorah d’oro, già nel deserto: “tu farai una menorah di oro puro; 6 bracci usciranno dai suoi lati, 3 bracci da un lato e tre bracci dall’altro lato. Vi saranno su di un braccio 3 bracci in forma di fiore di mandorlo e cosi’ anche sull’altro lato. Il fusto del candelabro avra’ 4 calici in forma di fiore di mandorlo. Guarda bene ed esegui il modello che ti è stato mostrato sul Monte. Esodo 25,31

In Esodo 37,17 tutta la descrizione della menorah viene riconfermata. Il candelabro di cui parla la Bibbia, non è altro che la menorah ebraica, simbolo di Israele, dell’Israele di Dio, simbolo della Luce di Dio e nei nostri giorni, il simbolo della Nazione di Israele. Per il Cristiano, questo simbolo dovrebbe essere  familiare e parte della propria verità di fede.

Nella Cristianità moderna, la menorah non ha ancora reggiunto il suo vero significato, perché la traduzione Bibblica, dove i 5 Libri di Mosè, ovvero la Torah, non tengono in conto dell’Ebraicità del Vangelo di Gesu’ di Nazaret. Il goal di questo blog, è quello di ri-dare alla Bibbia Cristiana, la radici Ebraiche dalla quale proviene, in modo da poter capire meglio le Sacre Scritture, in accordo con la cultura dalla quale esse provengono. La Bibbia è scritta in lingua originale Semitica e riflette totalmente la cultura Ebraica nella quale è cresciuto Gesu’ Cristo.

Il motivo per cui Gesu’si Rivela tra le 7 menorah d’oro, è che le stesse menorah erano parte del Tempio di Gerusalemme dove Gesu’ è nato, cresciuto, ha vissuto, è moroto e poi Risorto! Come vero Ebreo, Gesu’ è apparso a Giovanni nell’isola greca di Patmos, camminando in mezzo a 7 menorah d’oro spiegando a Giovanni, il significato nascosto della menorah. Come il Sacerdote accendeva la menorah nel Tempio, Gesu’, l’Eterno Sommo Sacerdote di tutta l’umanità, non poteva che camminare tra le menorah, simbolo delle 7 chiese di Dio nel “Nuovo Tempio” di Dio.

Il Tempio Eterno, il terzo, ultimo e definitivo Tempio Messianico!



Mentre il Sommo Sacerdote accendeva la menorah, negli “ultimi tempi”, il Messia Gesu’ ha preso su se stesso, l’impegno di essere Luce Divina del tempio futuro e Luce per le Nazioni. In questo modo, tutte le “cose vecchie” sono rese perfette e ritrovano il vero significato dei comandi di Dio dati a Mose'. Nonostante Gesu’ abbia fatto “nuove tutte le cose”, ha sempre usato i simboli Antichi e gli stessi oggetti, che gli Ebrei usavano sin dal tempo del Tabernacolo di Mose’, che erano a loro familiari nel Tempio di Gerusalemme. 








La menorah d'oro simbolo di Israele.

La menorah d’oro simbolo Cristiano.

La menorah è il simbolo del moderno Stato di Israele; rappresenta il cuore del Popolo Ebraico e l’anima della Nazione Israeliana. La menorah è il simbolo della Luce di Dio e del Tempio di Gerusalemme, che era la Luce Spirituale della Capitale di Israele. Secondo le Sacre Scritture, la Luce delle Nazioni!

Il fatto che, il popolo Ebraico in tutto il mondo accende la menorah ancora ai nostri giorni, è il segno che la Luce di Dio, ha continuato ad illuminare gli uomini e oggi, ritorna al suo posto iniziale, dove tutto è incominciato.

Per il Cristiano, la menorah rappresenta i 7 doni dello Spirito Santo di Dio e la Luce stessa di Dio, nella propria vita. Il credente Cristiano è il “Nuovo Tempio di Dio”, il terzo e definitivo Tempio Divino; nello stesso modo in cui la menorah stava nel Tempio di Gerusalemme, oggi le 7 braccia del candelabro e le sue 7 luci, sono il simbolo dei 7 doni spirituali, che Dio rende presenti nella vita di ogni credente Cristiano. Noi Cristiani siamo chiamati ad essere quella menorah che dà la Luce di Dio, alle persone attorno a noi. 

Nel Libro dell’Apocalisse, Gesù di Nazaret si rivela mentre cammina tra 7 menorah d’oro e spiega a Giovanni, il senso della visione: le 7 menorah sono le 7 Chiese di Gesù.

Ogni Chiesa è una menorah e la Chiesa viene rappresentata come una menorah; un simbolo di Luce inequivocabilmente appartenente all’Ebraismo e ad Israele.

La visione di Giovanni nel Libro dell’Apocalisse, mostra l’importanza dell’Ebraismo per il Cristianesimo!






Il banchetto nuziale del Messia. 

Il banchetto nuziale e il ritorno del Messia.

Uno dei temi più importanti per la teologia Cristiana, meglio conosciuto nell'Ebraismo come Yom Teruah, cioè la "festa delle Trombe", è "il banchetto del Messia". Nell'Apocalisse e nel Vangelo di Luca 14,15 e Matteo 22, si parla di uno sposo e di una sposa, che come tutte le coppie, chiamano degli invitati alle loro nozze.
Gesù ricominciò a parlare in parabole, dicendo: "Il Regno di Dio è cosi'; un Re preparo' un grande banchetto per le nozze di Suo figlio..Matteo 22,1 

Il profeta Isaia ne' parlava già molto tempo prima della venuta di Gesu' Cristo, come segno che nulla di tutto cio' di cui Dio aveva parlato, potesse sembrare una cosa nuova al popolo Ebraico. I Profeti annunziarono fatti da compiersi, il Messia invece ha avuto la missione di compiere esattamente cio' di cui la Torah gia' parlava, per non cogliere il popolo impreparato.


Il profeta Isaia aveva, molto tempo prima la venuta del Messia, indicato chiaramente cosa, dove,come e quando cio' sarebbe accaduto; il Signore degli Eserciti di Israele, avrebbe preparato per tutti i popoli, di tutte le lingue e Nazioni, sul monte di Dio che stà in Gerusalemme, un banchetto degno di un matrimonio. Con cibi succulenti e vino raffinato. E cosa più importante, avrebbe "strappato il velo" che copriva "la faccia" di tutti i popoli, e la coltre che separava le genti. 


In quello che apparentemente potrebbe sembrare un semplice versetto biblico, Dio annuncia una grande festa, con tantissimi invitati da tutto il mondo, un banchetto Internazionale, multiculturale e multietnico. Per gli Ebrei quindi, "il banchetto del Messia" è una storia conosciuta fin dai tempi antichi.


Per il Cristiano il "banchetto del Figlio di Dio, è un tema teologico della "Fine dei tempi" , la ricompensa  finale attesa per aver messo in pratica la Legge Divina. Vedrete Abramo, Isacco, Giacobbe-Israele e tutti i Profeti, nel Regno di Dio. Verranno da Oriente e da Occidente, da Settentrione e da Mezzogiorno e si siederanno a "mensa nel regno di Dio". Luca 13,19



I Vangeli Cristiani non fanno che confermare cio' che il profeta Isaia, aveva gia' annunciato a Israele, e che gli Ebrei al seguito di Gesù sapevano bene; i Cristiani cosi' come gli Ebrei, attendono di potersi sedere a tavola e mangiare con Dio, insieme a tutti i profeti ed a i popoli di tutte le Nazioni del mondo.

Per essere sicuro che gli Ebrei al seguito di Gesù di Nazaret, potessero richiamare alla memoria il passo del profeta Isaia, Gesu' ripete ancora una volta la parabola del "banchetto nuziale" che questa volta fà assomigliare alla festa di nozze che un Re da in onore di suo figlio, mandando a chiamare gli invitati. Matteo 22,1


Nell'Apocalisse la Sposa è già pronta, si attende solo lo Sposo, che è il Messia, che deve venire per celebrare finalmente la festa matrimoniale. Per poter chiamare tutti gli invitati, si serve della tromba, che chiama a raduno tutti i popoli di tutte le Nazioni. Questa è la tromba Finale!


Non è un caso che la festa Ebraica di Rosh hashana, meglio conosciuta come "festa delle Trombe", è direttamente collegata la "banchetto nuziale" e al ritorno del Messia Gesù. Tutto ritorna perfettamente, secondo quanto annunciato dal profeta Isaia. 


Possiamo dire che già oggi il popolo Ebraico fà "prove di matrimonio" durante la festa di Rosh HaShanah, dove preparano la tavola come un vero e proprio banchetto, con cibi succulenti e vini pregiati, in preparazione al giorno in cui il Messia stesso chiamerà a unirsi a loro, tutti i popoli di tutte le Nazioni della Terra. 


Allora la profezia di Isaia, sara' piu' chiara e oggi ai nostri tempi, con la rinascita di Israele, potremo leggere cosi': 


Preparerà il Signore degli Eserciti di Israele, per tutti i popoli, su questo monte in Gerusalemme,

per tutti i popoli, di tutte le lingue e Nazioni, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, probabilmente della Giudea e della Samaria, di cibi succulenti, di vini raffinati. Questo per quanto riguarda l'invito, al cibo e alle bevande che sono presenti in ogni festa nuziale degna di un Re.




Ma la parte più importante della profezia di Isaia, che ancora cerca la sua completezza, e' la seconda parte del versetto: proprio sul monte di Gerusalemme, Dio strapperà il velo che copriva la faccia di tutti i popoli,il velo che impediva agli Ebrei, di vedere anche gli altri popoli, ammessi al banchetto finale, e strappare letteralmente la coltre che invece colpiva le genti, ignare che Israele è non solo sempre il primogenito di Dio, ma che Israele è il ancora il popolo eletto da Dio. Il velo copriva la faccia di tutti i popoli da quella degli Ebrei, i quali erano all'oscuro del piano Divino "dell'inclusione" dei popoli nel futuro di Israele, e viceversa le genti, non sapevano, a motivo della coltre, che anche loro "un giorno" avrebbero fatto parte dell'Israele di Dio.

Il Messia per questo preciso motivo, è dovuto venire sulla terra ben 2 volte: la prima per iniziare il Suo lavoro con il popolo eletto di Israele, gli Ebrei, suoi primi seguaci, comandando loro i primi Ebrei Messianici, di far conoscere a tutti i popoli la storia del progetto Finale di Dio per tutti i popoli. La seconda volta per riunire tutti, Ebrei e non-Ebrei, in UN UNICO "banchetto nuziale" come annunziato dal profeta Isaia.

Il profeta Isaia ha usato 2 parole chiave: coprire e separare. I popoli e le Nazioni sono separate da Israele, e ancora alcune non riescono ad "unirsi" ad Israele a causa di una coltre fitta che impedisce questa unione. Gli Ebrei viceversa sono coperti e la loro visione per certi versi resta ancora velata e non riescono a vedere negli altri popoli che desiderano unirsi a loro, quei popoli e quelle Nazioni a cui si riferisce il profeta Isaia.

Il banchetto nuziale per ora resta dis-unito, fino a quando il Messia, al Suo Ultimo e definitivo secondo ritorno, svelerà e unirà' tutti in un solo e unico banchetto globale. Una parte di Ebrei celebrano già l'anticipo di questo banchetto sul monte di Gerusalemme, mentre i Cristiani si avvicinano dopo aver tolto cio' che li separava dal popolo di Dio. Allora il velo sara' tolto completamente e nel tempo deciso da Dio, il Messia chiamerà al banchetto finale, tutti gli invitati di tutti i popoli delle Nazioni, con Israele già presente nel monte di Gerusalemme.  

L'Apocalisse 22,17 ci parla della bellezza di questo giorno: "lo Spirito e la Sposa dicono "Vieni!" e chi ascolta ripeta "Vieni!"








Gesu’ di Nazareth, la menorah di Dio.

Gesù di Nazaret Luce per le Nazioni.

Gesu’ ha detto di Se Stesso, di essere “la Luce del  Mondo”;  Vangelo di Giovanni 8,12. In questa   dichiarazione Gesu’ ha voluto dirci che nei tempi Messianici, Dio stesso, sara’ la Luce che illumina ogni uomo sulla terra. Anche ogni Cristiano sara’ come “una menorah” che fara’ luce nella vita delle persone, in tutto il mondo.

Gesu’ e’ la menorah d’oro che da’ la Luce di Dio alle Nazioni del mondo e chi segue Lui, cammina nella Luce Divina. Chi segue la Luce di Dio, diventa lui stesso Luce per gli altri.

Gesu’ ha anche detto ai Suoi discepoli: “voi siete la Luce del Mondo”; Vangelo di Matteo 5,7. Gesu’ parlava dei suoi  seguaci Ebrei, che capirono benissimo  cio’ di cui Gesu’ parlava. Essi erano diventati quella menorah che illumina, come la menorah d’oro che in passato, stava nel Tempio di Gerusalemme. I suoi discepoli, da buoni Ebrei praticanti, andavano al Tempio e sapevano molto bene cosa era una menorah. 

Conoscevano il candelabro d’oro a 7 braccia che illuminava il Tempio. Anche oggi, ogni Cristiano e’ come “una menorah” che fa’ luce nella vita delle persone, in tutto il mondo! E in questo modo, gli oggetti del Tempio, trovano un senso e compiono la "missione Messianica" per la quale Dio le aveva comandate. La Luce Divina “esce” dal Tempio per andare incontro all’uomo. Questa e’ l’essenza del Messiah.

Gesu’ ha voluto dirci che “ la nuova menorah d’oro” siamo noi, che portano la Luce ovunque andiamo, dandola a chiunque incontriamo. Adesso la menorah è uscita dal Tempio, per portare la Luce di Dio a tutte  le nazioni del Mondo. Gesù parlava agli Ebrei, spiegando che quella menorah che nei tempi Antichi stava dentro il Tempio, adesso, nei tempi messianici, non può più stare nascosta, ma deve uscire dal Tempio per fare luce a tutti. Adesso, quella Luce siamo noi! Noi ci facciamo carico della menorah e della sua Luce, perche’ possa arrivare a tutte le Nazioni!

Vangelo di Matteo 5,14:
"Voi siete la Luce delle Nazioni; non puo’ restare nascosta una città che sta’ sopra un monte, nè si accende una menorah per metterla sotto il moggio". Ma sul candelabro, e cosi’ fa luce a tutti che sono nella casa. 

Cosi’ risplenda la vostra Luce Divina, davanti agli uomini…






"IO SONO la Luce delle Nazioni; chi segue ME, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". Vangelo di Giovanni 8,12


Le 7 trombe finali di Dio.

Festa delle trombe e le 7 trombe "finali" dell'Apocalisse

La "festa Ebraica della trombe" è legata al "banchetto nuziale" Cristiano e al raduno di Israele all'incontro con Dio; ma Gesu' ci ha rivelato che c'è molto più di 1 tromba: ci sono 6 trombe, prima di quella finale! Le trombe diventano 7 e l'ultima è quella decisiva, prima del raduno per il "banchetto nuziale"; in questo modo Dio vuole dare a tutti il tempo di arrivare alla 7 tromba, degnamente preparati. Apocalisse 8,6




Come per tutti gli inviti matrimoniali, alcuni potrebbero arrivare in un momento di grande difficoltà, cosi' Dio provvede all'invito, bene in anticipo, per far si che nessuno possa dire di non aver avuto "il tempo" necessario per un tale avvenimento. Infatti sappiamo cosa significa essere invitati ad un matrimonio: comprare un bel regalo agli sposi, comprarsi un bel vestito per se stessi, avere la macchina lucida, vestire tutta la famiglia, etc...Ci vuole tempo, per organizzarsi...

Dio non ha voluto correre il rischio di "lasciare fuori" nessuno, cosi' ha pensato a 7 trombe, ognuna delle quali ha un suo compito; quella di non lasciare fuori nessuno, sino alla fine!

Per il popolo Ebraico la Tromba è uno strumento molto comune, motivo per cui quando Gesu' ha parlato a Giovanni delle  tombe, per lui che era un ebreo, non è stato difficile capire il significato delle 7 trombe finali di Dio, di cui ha parlato il Messia di Nazaret.

Dopo la menorah, vediamo che Ebrei e Cristiani hanno in comune un'altro segno che li distingue e li unisce: la tromba. Probabilmente, tromba e' stata la parola tradotta da quella originale, che è corno. Per un Ebreo il corno è lo strumento naturale, preso dagli animali presenti in Israele gia' dal tempo di Gesu'. Per noi, tradotta in lingua moderna, si è trasformata in tromba, ma sappiamo che la tromba antica era un semplice corno animale, proprio come quello che oggi gli ebrei usano per festeggiare Yom Teruah, il "Giorno del raduno".

Per Israele, nell'Ebraismo il motivo del "suono della tromba" era più di uno e si poteva suonare per diverse e valide ragioni, che sono comandate da Dio in alcuni versi della Torah, meglio conosciuto come l'Antico Testamento Cristiano:
1) per raccogliere tutte le proprie cose e passare alla prossima tappa nel deserto
2) per riunire il popolo in assemblea
3) per celebrare una festa
4) come segno di pericolo
5) per annunciare l'ingresso del Re
6) per riunire le truppe per la battaglia
7) per dichiarare la vittoria

Gia' nel Levitico e nel libro dei Numeri, Dio ordina un giorno di "suono delle trombe", Levitico 23,25
mentre nel Libro dei Numeri è ancora piu' specifico: "questo è il giorno del suono delle trombe". Numeri 29,1

Per questo motivo nell'Apocalisse di Gesu',  l'Apostolo Giovanni, un ebreo lui stesso, non si è meravigliato della Rivelazione del Messia riguardo alle 7 trombe menzionate dall'Apocalisse. Per lui, ebreo come il Messia di Nazaret, tutto era molto familiare. E cosi', è diventato normale anche per il Cristiano, festeggiare con Israele le feste bibliche, in vista del 2 ritorno del Messia.

Sappiamo dunque che nel "giorno del suono della tromba", Israele si prepara ad annunciare sia il banchetto nuziale che l'ingresso del Re di Israele a Gerusalemme, chiamando l'assemblea per riunire il popolo. Questo gesto deve farci ricordare che il Regno di Dio e' vicino e dobbiamo credere nella sua venuta imminente.

Il profeta Nemia ci conferma che: "dovunque udirete il suono della tromba, raccoglietevi presso di noi, perchè il nostro Dio, combatterà per noi. Nemia 4,14

Questo passo biblico lo ritroviamo nel Libro dell'Apocalisse, dove Dio da' ordine agli Angeli, di suonare una dopo l'altra, le 7 trombe della Fine dei Tempi. Apocalisse 8,6





Il Libro dell'Apocalisse di Gesu' Cristo, il Messia di Israele.

Le 7 menorah d'oro dell'Apocalisse di Giovanni.

Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d'oro e in mezzo ai candelabri c'era uno simile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro. Ap 1,12







Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino. Ap1,3

Questo è il senso recondito delle sette stelle che hai visto nella mia destra e dei sette candelabri d'oro, eccolo: le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese e le sette lampade sono le sette Chiese.


 L'Apocalisse di Giovanni


Prologo
[1]Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo Giovanni. [2]Questi attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. [3]Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino.

I. LE LETTERE ALLE CHIESE dell' ASIA
Indirizzo
[4]Giovanni alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono,[5]e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue,[6]che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
[7]Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà;
anche quelli che lo trafissero
e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il
petto.
Sì, Amen!
[8]Io sono l'Alef e il Tav, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!

Visione preparatoria
[9]Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù, mi trovavo nell'isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù. [10]Rapito in estasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: [11]Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese: a Efeso, a Smirne, a Pèrgamo, a Tiàtira, a Sardi, a Filadèlfia e a Laodicèa. [12]Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d'oro [13]e in mezzo ai candelabri c'era unosimile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro[14]I capelli della testa erano candidi, simili a lana candida, come neve. Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco, [15]i piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente purificato nel crogiuolo. La voce era simile al fragore di grandi acque[16]Nella destra teneva sette stelle, dalla bocca gli usciva una spada affilata a doppio taglio e il suo volto somigliava al sole quando splende in tutta la sua forza.
[17]Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo [18]e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi. [19]Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle che sono e quelle che accadranno dopo. [20]Questo è il senso recondito delle sette stelle che hai visto nella mia destra e dei sette candelabri d'oro, eccolo: le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese e le sette lampade sono le sette Chiese.

Capitolo 2
I. Efeso
[1]All'angelo della Chiesa di Efeso scrivi: Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro:[2]Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza, per cui non puoi sopportare i cattivi; li hai messi alla prova - quelli che si dicono apostoli e non lo sono - e li hai trovati bugiardi. [3]Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. [4]Ho però da rimproverarti che hai abbandonato il tuo amore di prima. [5]Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti e compi le opere di prima. Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto. [6]Tuttavia hai questo di buono, che detesti le opere dei Nicolaìti, che anch'io detesto.
[7]Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò da mangiare dell'albero della vita, che sta nel paradiso di Dio.

II. Smirne
[8]All'angelo della Chiesa di Smirne scrivi:
Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita:[9]Conosco la tua tribolazione, la tua povertà - tuttavia sei ricco - e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono alla sinagoga di satana. [10]Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita.
[11]Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte.

III. Pergamo
[12]All'angelo della Chiesa di Pèrgamo scrivi:
Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli: [13]So che abiti dove satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di satana. [14]Ma ho da rimproverarti alcune cose: hai presso di te seguaci della dottrina di Balaàm, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla fornicazione. [15]Così pure hai di quelli che seguono la dottrina dei Nicolaìti. [16]Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca.
[17]Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve.

IV. Tiàtira
[18]All'angelo della Chiesa di Tiàtira scrivi:
Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente[19]Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costanza e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime. [20]Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Iezabèle, la donna che si spaccia per profetessa e insegna e seduce i miei servi inducendoli a darsi alla fornicazione e a mangiare carni immolate agli idoli. [21]Io le ho dato tempo per ravvedersi, ma essa non si vuol ravvedere dalla sua dissolutezza. [22]Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e coloro che commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non si ravvederanno dalle opere che ha loro insegnato. [23]Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno che io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a ciascuno di voi secondo le proprie opere.[24]A voi di Tiàtira invece che non seguite questa dottrina, che non avete conosciuto le profondità di satana - come le chiamano - non imporrò altri pesi; [25]ma quello che possedete tenetelo saldo fino al mio ritorno. [26]Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere,
darò autorità sopra le nazioni;
[27]le pascolerà con bastone di ferro
e le frantumerà come vasi di terracotta,
[28]con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino. [29]Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.

Capitolo 3

V. Sardi
[1]All'angelo della Chiesa di Sardi scrivi: Così parla Colui che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle: Conosco le tue opere; ti si crede vivo e invece sei morto. [2]Svegliati e rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. [3]Ricorda dunque come hai accolto la parola, osservala e ravvediti, perché se non sarai vigilante, verrò come un ladro senza che tu sappia in quale ora io verrò da te. [4]Tuttavia a Sardi vi sono alcuni che non hanno macchiato le loro vesti; essi mi scorteranno in vesti bianche, perché ne sono degni. [5]Il vincitore sarà dunque vestito di bianche vesti, non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. [6]Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.

VI. Filadelfia
[7]All'angelo della Chiesa di Filadelfia scrivi:
Così parla il Santo, il Verace,
Colui che ha la chiave di Davide:
quando egli apre nessuno chiude,
e quando chiude nessuno apre.
[8]Conosco le tue opere. Ho aperto davanti a te una porta che nessuno può chiudere. Per quanto tu abbia poca forza, pure hai osservato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. [9]Ebbene, ti faccio dono di alcuni della sinagoga di satana - di quelli che si dicono Giudei, ma mentiscono perché non lo sono -: li farò venire perché si prostrino ai tuoi piedi e sappiano che io ti ho amato. [10]Poiché hai osservato con costanza la mia parola, anch'io ti preserverò nell'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. [11]Verrò presto. Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona. [12]Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, da presso il mio Dio, insieme con il mio nome nuovo. [13]Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.

VII. Laodicèa
[14]All'angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi:
Così parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: [15]Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! [16]Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. [17]Tu dici: "Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla", ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. [18]Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista. [19]Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti. [20]Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. [21]Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono.[22]Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.

Capitolo 4

I. LE VISIONI PROFETICHE
1. PRELIMINARI DEL "GRANDE GIORNO" DI DIO

Dio affida all'Agnello i destini del mondo
[1]Dopo ciò ebbi una visione: una porta era aperta nel cielo. La voce che prima avevo udito parlarmi come una tromba diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito. [2]Subito fui rapito in estasi. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul trono uno stava seduto.[3]Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono. [4]Attorno al trono, poi, c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro vegliardi avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo. [5]Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio. [6]Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro esseri viventi pieni d'occhi davanti e di dietro. [7]Il primo vivente era simile a un leone, il secondo essere vivente aveva l'aspetto di un vitello, il terzo vivente aveva l'aspetto d'uomo, il quarto vivente era simile a un'aquilamentre vola. [8]I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:
Santo, santo, santo
il Signore Dio, l'Onnipotente,
Colui che era, che è e che viene!
[9]E ogni volta che questi esseri viventi rendevano gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, [10]i ventiquattro vegliardi si prostravano davanti a Colui che siede sul trono e adoravano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettavano le loro corone davanti al trono, dicendo:
[11]"Tu sei degno, o Signore e Dio nostro,
di ricevere la gloria, l'onore e la potenza,
perché tu hai creato tutte le cose,
e per la tua volontà furono create e sussistono".






Capitolo 5

[1]E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. [2]Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: "Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?". [3]Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo. [4]Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo. [5]Uno dei vegliardi mi disse: "Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli".
[6]Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra. [7]E l'Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono. [8]E quando l'ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. [9]Cantavano un canto nuovo:
"Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione
[10]e li hai costituiti per il nostro Dio
un regno di sacerdoti
e regneranno sopra la terra".
[11]Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia [12]e dicevano a gran voce:
"L'Agnello che fu immolato
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza,
onore, gloria e benedizione".
[13]Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano:
"A Colui che siede sul trono e all'Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli".
[14]E i quattro esseri viventi dicevano: "Amen". E i vegliardi si prostrarono in adorazione.





Capitolo 6

L'Agnello apre i 7 sigilli
[1]Quando l'Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il primo dei quattro esseri viventi che gridava come con voce di tuono: "Vieni".[2]Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora.
[3]Quando l'Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che gridava: "Vieni". [4]Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra perché si sgozzassero a vicenda e gli fu consegnata una grande spada.
[5]Quando l'Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che gridava: "Vieni". Ed ecco, mi apparve un cavallo nero e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. [6]E udii gridare una voce in mezzo ai quattro esseri viventi: "Una misura di grano per un danaro e tre misure d'orzo per un danaro! Olio e vino non siano sprecati".
[7]Quando l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: "Vieni". [8]Ed ecco, mi apparve un cavallo verdastro. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l'Inferno. Fu dato loro potere sopra la quarta parte della terra per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra.
[9]Quando l'Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l'altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa. [10]E gridarono a gran voce:
"Fino a quando, Sovrano,
tu che sei santo e verace,
non farai giustizia
e non vendicherai il nostro sangue
sopra gli abitanti della terra?".
[11]Allora venne data a ciascuno di essi una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro.
[12]Quando l'Agnello aprì il sesto sigillo, vidi che vi fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come sacco di crine, la luna diventò tutta simile al sangue, [13]le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come quando un fico, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i fichi immaturi. [14]Il cielo si ritirò come un volume che si arrotola e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto. [15]Allora i re della terra e i grandi, i capitani, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; [16]e dicevano ai monti e alle rupi: Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello, [17]perché è venuto il gran giorno della loro ira, e chi vi può resistere?

Capitolo 7

I servi di Dio saranno preservati
[1]Dopo ciò, vidi quattro angeli che stavano ai quattro angoli della terra, e trattenevano i quattro venti, perché non soffiassero sulla terra, né sul mare, né su alcuna pianta.
[2]Vidi poi un altro angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: [3]"Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi".
[4]Poi udii il numero di coloro che furon segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d'Israele:
[5]dalla tribù di Giuda dodicimila;
dalla tribù di Ruben dodicimila;
dalla tribù di Gad dodicimila;
[6]dalla tribù di Aser dodicimila;
dalla tribù di Nèftali dodicimila;
dalla tribù di Manàsse dodicimila;
[7]dalla tribù di Simeone dodicimila;
dalla tribù di Levi dodicimila;
dalla tribù di Issacar dodicimila;
[8]dalla tribù di Zàbulon dodicimila;
dalla tribù di Giuseppe dodicimila;
dalla tribù di Beniamino dodicimila.




Il trionfo dei nuovi eletti in cielo
[9]Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. [10]E gridavano a gran voce:
"La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello".
[11]Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo:
[12]"Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen".
[13]Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: "Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?". [14]Gli risposi: "Signore mio, tu lo sai". E lui: "Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello. [15]Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
[16]Non avranno più fame,
né avranno più sete,
né li colpirà il sole,
né arsura di sorta,
[17]perché l'Agnello che sta in mezzo al trono
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi".

Capitolo 8

Il settimo sigillo
[1]Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per circa mezz'ora. [2]Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombe.

Le preghiere dei santi affrettano la venuta del grande giorno
[3]Poi venne un altro angelo e si fermò all'altare, reggendo un incensiere d'oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull'altare d'oro, posto davanti al trono. [4]E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei santi. [5]Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco preso dall'altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto.




Le prime quattro trombe
[6]I sette angeli che avevano le sette trombe si accinsero a suonarle.
[7]Appena il primo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò.
[8]Il secondo angelo suonò la tromba: come una gran montagna di fuoco fu scagliata nel mare. Un terzo del mare divenne sangue, [9]un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto.
[10]Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. [11]La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono per quelle acque, perché erano divenute amare.
[12]Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente.
[13]Vidi poi e udii un'aquila che volava nell'alto del cielo e gridava a gran voce: "Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!".

Capitolo 9

La quinta tromba
[1]Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso; [2]egli aprì il pozzo dell'Abisso e salì dal pozzo un fumo come il fumo di una grande fornace, che oscurò il sole e l'atmosfera. [3]Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. [4]E fu detto loro di non danneggiare né erba né arbusti né alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte.[5]Però non fu concesso loro di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi, e il tormento è come il tormento dello scorpione quando punge un uomo. [6]In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte li fuggirà.
[7]Queste cavallette avevano l'aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembravano d'oro e il loro aspetto era come quello degli uomini. [8]Avevano capelli, come capelli di donne, ma i loro denti erano come quelli dei leoni. [9]Avevano il ventre simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all'assalto. [10]Avevano code come gli scorpioni, e aculei. Nelle loro code il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi. [11]Il loro re era l'angelo dell'Abisso, che in ebraico si chiama Perdizione, in greco Sterminatore.
[12]Il primo "guai" è passato. Rimangono ancora due "guai" dopo queste cose.

La sesta tromba
[13]Il sesto angelo suonò la tromba. Allora udii una voce dai lati dell'altare d'oro che si trova dinanzi a Dio. [14]E diceva al sesto angelo che aveva la tromba: "Sciogli i quattro angeli incatenati sul gran fiume Eufràte".[15]Furono sciolti i quattro angeli pronti per l'ora, il giorno, il mese e l'anno per sterminare un terzo dell'umanità. [16]Il numero delle truppe di cavalleria era duecento milioni; ne intesi il numero. [17]Così mi apparvero i cavalli e i cavalieri: questi avevano corazze di fuoco, di giacinto, di zolfo. Le teste dei cavalli erano come le teste dei leoni e dalla loro bocca usciva fuoco, fumo e zolfo. [18]Da questo triplice flagello, dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalla loro bocca, fu ucciso un terzo dell'umanità.[19]La potenza dei cavalli infatti sta nella loro bocca e nelle loro code; le loro code sono simili a serpenti, hanno teste e con esse nuociono.
[20]Il resto dell'umanità che non perì a causa di questi flagelli, non rinunziò alle opere delle sue mani; non cessò di prestar culto ai demòni e agli idoli d'oro, d'argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare[21]non rinunziò nemmeno agli omicidi, né alle stregonerie, né alla fornicazione, né alle ruberie.





Capitolo 10


Imminenza del castigo finale
[1]Vidi poi un altro angelo, possente, discendere dal cielo, avvolto in una nube, la fronte cinta di un arcobaleno; aveva la faccia come il sole e le gambe come colonne di fuoco. [2]Nella mano teneva un piccolo libro aperto. Avendo posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra,[3]gridò a gran voce come leone che ruggisce. E quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire la loro voce. [4]Dopochè i sette tuoni ebbero fatto udire la loro voce, io ero pronto a scrivere quando udii una voce dal cielo che mi disse: "Metti sotto sigillo quello che hanno detto i sette tuoni e non scriverlo".
[5]Allora l'angelo che avevo visto con un piede sul mare e un piede sulla terra, alzò la destra verso il cielo [6]e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli; che ha creato cielo, terra, mare, e quanto è in essi: "Non vi sarà più indugio![7]Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà la tromba, allora si compirà il mistero di Dio come egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti".

Il libro ingoiato
[8]Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: "Và, prendi il libro aperto dalla mano dell'angelo che sta ritto sul mare e sulla terra".[9]Allora mi avvicinai all'angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: "Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele". [10]Presi quel piccolo libro dalla mano dell'angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l'ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l'amarezza. [11]Allora mi fu detto: "Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni e re".


Capitolo 11

I due testimoni
[1]Poi mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: "Alzati e misura il santuario di Dio e l'altare e il numero di quelli che vi stanno adorando. [2]Ma l'atrio che è fuori del santuario, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi. [3]Ma farò in modo che i miei due Testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni". [4]Questi sono i due olivi e le due lampade che stanno davanti al Signore della terra. [5]Se qualcuno pensasse di far loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di far loro del male. [6]Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiar l'acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli tutte le volte che lo vorranno.[7]E quando poi avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall'Abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. [8]I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove appunto il loro Signore fu crocifisso. [9]Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedranno i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permetteranno che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. [10]Gli abitanti della terra faranno festa su di loro, si rallegreranno e si scambieranno doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.
[11]Ma dopo tre giorni e mezzo, un soffio di vita procedente da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. [12]Allora udirono un grido possente dal cielo: "Salite quassù" e salirono al cielo in una nube sotto gli sguardi dei loro nemici. [13]In quello stesso momento ci fu un grande terremoto che fece crollare un decimo della città: perirono in quel terremoto settemila persone; i superstiti presi da terrore davano gloria al Dio del cielo.





La settima tromba
[14]Così passò il secondo "guai"; ed ecco viene subito il terzo "guai".
[15]Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano:
"Il regno del mondo
appartiene al Signore nostro e al suo Cristo:
egli regnerà nei secoli dei secoli".
[16]Allora i ventiquattro vegliardi seduti sui loro troni al cospetto di Dio, si prostrarono faccia a terra e adorarono Dio dicendo:
[17]"Noi ti rendiamo grazie,
Signore Dio onnipotente,
che sei e che eri,
perché hai messo mano alla tua grande potenza,
e hai instaurato il tuo regno.
[18]Le genti ne fremettero,
ma è giunta l'ora della tua ira,
il tempo di giudicare i morti,
di dare la ricompensa ai tuoi servi,
ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome,
piccoli e grandi,
e di annientare coloro
che distruggono la terra".
[19]Allora si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l'arca dell'alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine.


Capitolo 12

Visione della donna e del drago
[1]Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. [2]Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. [3]Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; [4]la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. [5]Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. [6]La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni.
[7]Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, [8]ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. [9]Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. [10]Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
"Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
poiché è stato precipitato
l'accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio
giorno e notte.
[11]Ma essi lo hanno vinto
per mezzo del sangue dell'Agnello
e grazie alla testimonianza del loro martirio;
poiché hanno disprezzato la vita
fino a morire.
[12]Esultate, dunque, o cieli,
e voi che abitate in essi.
Ma guai a voi, terra e mare,
perché il diavolo è precipitato sopra di voi
pieno di grande furore,
sapendo che gli resta poco tempo".
[13]Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò contro la donna che aveva partorito il figlio maschio. [14]Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente. [15]Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d'acqua dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque. [16]Ma la terra venne in soccorso alla donna, aprendo una voragine e inghiottendo il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca.
[17]Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù. [18]E si fermò sulla spiaggia del mare.


Capitolo 13

Il drago trasmette il suo potere alla bestia
[1]Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. [2]La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande. [3]Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita.
Allora la terra intera presa d'ammirazione, andò dietro alla bestia [4]e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la bestia dicendo: "Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?".
[5]Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d'orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. [6]Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo. [7]Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. [8]L'adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello immolato.
[9]Chi ha orecchi, ascolti:
[10]Colui che deve andare in prigionia,
andrà in prigionia;
colui che deve essere ucciso di spada
di spada sia ucciso.
In questo sta la costanza e la fede dei santi.

I falsi profeti al servizio della bestia
[11]Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. [12]Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita.[13]Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. [14]Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. [15]Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia. [16]Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; [17]e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. [18]Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.


Capitolo 14

I compagni dell'Agnello
[1]Poi guardai ed ecco l'Agnello ritto sul monte Sion e insieme centoquarantaquattromila persone che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo. [2]Udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di arpa che si accompagnano nel canto con le loro arpe. [3]Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e ai vegliardi. E nessuno poteva comprendere quel cantico se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra. [4]Questi non si sono contaminati con donne, sono infatti vergini e seguono l'Agnello dovunque va. Essi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l'Agnello. [5]Non fu trovata menzogna sulla loro bocca; sono senza macchia.
Gli angeli annunziano l'ora del giudizio
[6]Poi vidi un altro angelo che volando in mezzo al cielo recava un vangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, razza, lingua e popolo. [7]Egli gridava a gran voce:
"Temete Dio e dategli gloria,
perché è giunta l'ora del suo giudizio.
Adorate colui che ha fatto
il cielo e la terra,
il mare e le sorgenti delle acque".
[8]Un secondo angelo lo seguì gridando:
"E' caduta, è caduta
Babilonia la grande,
quella che ha abbeverato tutte le genti
col vino del furore della sua fornicazione".
[9]Poi, un terzo angelo li seguì gridando a gran voce: "Chiunque adora la bestia e la sua statua e ne riceve il marchio sulla fronte o sulla mano,[10]berrà il vino dell'ira di Dio che è versato puro nella coppa della sua ira e sarà torturato con fuoco e zolfo al cospetto degli angeli santi e dell'Agnello. [11]Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli, e non avranno riposo né giorno né notte quanti adorano la bestia e la sua statua e chiunque riceve il marchio del suo nome". [12]Qui appare la costanza dei santi, che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù.
[13]Poi udii una voce dal cielo che diceva: "Scrivi: Beati d'ora in poi, i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono".

La messe e la vendemmia delle nazioni
[14]Io guardai ancora ed ecco una nube bianca e sulla nube uno stava seduto, simile a un Figlio d'uomo; aveva sul capo una corona d'oro e in mano una falce affilata. [15]Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che era seduto sulla nube: "Getta la tua falce e mieti; è giunta l'ora di mietere, perché la messe della terra è matura". [16]Allora colui che era seduto sulla nuvola gettò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta.
[17]Allora un altro angelo uscì dal tempio che è nel cielo, anch'egli tenendo una falce affilata. [18]Un altro angelo, che ha potere sul fuoco, uscì dall'altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: "Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature". [19]L'angelo gettò la sua falce sulla terra, vendemmiò la vigna della terra e gettò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio.[20]Il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì sangue fino al morso dei cavalli, per una distanza di duecento miglia.

Capitolo 15


Il cantico di Mosè e dell'Agnello
[1]Poi vidi nel cielo un altro segno grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi si deve compiere l'ira di Dio.
[2]Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco e coloro che avevano vinto la bestia e la sua immagine e il numero del suo nome, stavano ritti sul mare di cristallo. Accompagnando il canto con le arpe divine,[3]cantavano il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico dell'Agnello:
"Grandi e mirabili sono le tue opere,
o Signore Dio onnipotente;
giuste e veraci le tue vie,
o Re delle genti!
[4]Chi non temerà, o Signore,
e non glorificherà il tuo nome?
Poiché tu solo sei santo.
Tutte le genti verranno
e si prostreranno davanti a te,
perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati".

I sette flagelli delle sette coppe
[5]Dopo ciò vidi aprirsi nel cielo il tempio che contiene la Tenda della Testimonianza; [6]dal tempio uscirono i sette angeli che avevano i sette flagelli, vestiti di lino puro, splendente, e cinti al petto di cinture d'oro.[7]Uno dei quattro esseri viventi diede ai sette angeli sette coppe d'oro colme dell'ira di Dio che vive nei secoli dei secoli. [8]Il tempio si riempì del fumo che usciva dalla gloria di Dio e dalla sua potenza: nessuno poteva entrare nel tempio finché non avessero termine i sette flagelli dei sette angeli.


Capitolo 16

Le 7 coppe dell'Ira di Dio

1]Udii poi una gran voce dal tempio che diceva ai sette angeli: "Andate e versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio".
[2]Partì il primo e versò la sua coppa sopra la terra; e scoppiò una piaga dolorosa e maligna sugli uomini che recavano il marchio della bestia e si prostravano davanti alla sua statua.
[3]Il secondo versò la sua coppa nel mare che diventò sangue come quello di un morto e perì ogni essere vivente che si trovava nel mare.
[4]Il terzo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti delle acque, e diventarono sangue. [5]Allora udii l'angelo delle acque che diceva:
"Sei giusto, tu che sei e che eri,
tu, il Santo,
poiché così hai giudicato.
[6]Essi hanno versato il sangue di santi e di profeti,
tu hai dato loro sangue da bere:
ne sono ben degni!".
[7]Udii una voce che veniva dall'altare e diceva:
"Sì, Signore, Dio onnipotente;
veri e giusti sono i tuoi giudizi!".
[8]Il quarto versò la sua coppa sul sole e gli fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco. [9]E gli uomini bruciarono per il terribile calore e bestemmiarono il nome di Dio che ha in suo potere tali flagelli, invece di ravvedersi per rendergli omaggio.
[10]Il quinto versò la sua coppa sul trono della bestia e il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il dolore e[11]bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei dolori e delle piaghe, invece di pentirsi delle loro azioni.
[12]Il sesto versò la sua coppa sopra il gran fiume Eufràte e le sue acque furono prosciugate per preparare il passaggio ai re dell'oriente. [13]Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane: [14]sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e vanno a radunare tutti i re di tutta la terra per la guerra del gran giorno di Dio onnipotente.
[15]Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne.
[16]E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn.
[17]Il settimo versò la sua coppa nell'aria e uscì dal tempio, dalla parte del trono, una voce potente che diceva: "E' fatto!". [18]Ne seguirono folgori, clamori e tuoni, accompagnati da un grande terremoto, di cui non vi era mai stato l'uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra. [19]La grande città si squarciò in tre parti e crollarono le città delle nazioni. Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle da bere la coppa di vino della sua ira ardente. [20]Ogni isola scomparve e i monti si dileguarono. [21]E grandine enorme del peso di mezzo quintale scrosciò dal cielo sopra gli uomini, e gli uomini bestemmiarono Dio a causa del flagello della grandine, poiché era davvero un grande flagello.

Capitolo 17

2. IL CASTIGO DI BABILONIA
La prostituta famosa
[1]Allora uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi si avvicinò e parlò con me: "Vieni, ti farò vedere la condanna della grande prostituta che siede presso le grandi acque. [2]Con lei si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione".[3]L'angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. [4]La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d'oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. [5]Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: "Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra".
[6]E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande stupore. [7]Ma l'angelo mi disse: "Perché ti meravigli? Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che la porta, con sette teste e dieci corna.
Simbolismo della bestia e della prostituta
[8]La bestia che hai visto era ma non è più, salirà dall'Abisso, ma per andare in perdizione. E gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era e non è più, ma riapparirà. [9]Qui ci vuole una mente che abbia saggezza. Le sette teste sono i sette colli sui quali è seduta la donna; e sono anche sette re. [10]I primi cinque sono caduti, ne resta uno ancora in vita, l'altro non è ancora venuto e quando sarà venuto, dovrà rimanere per poco.[11]Quanto alla bestia che era e non è più, è ad un tempo l'ottavo re e uno dei sette, ma va in perdizione. [12]Le dieci corna che hai viste sono dieci re, i quali non hanno ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale, per un'ora soltanto insieme con la bestia. [13]Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia. [14]Essi combatteranno contro l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re e quelli con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli".
[15]Poi l'angelo mi disse: "Le acque che hai viste, presso le quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini, genti e lingue. [16]Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco. [17]Dio infatti ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno e di accordarsi per affidare il loro regno alla bestia, finché si realizzino le parole di Dio.[18]La donna che hai vista simboleggia la città grande, che regna su tutti i re della terra".

Capitolo 18

Un angelo annunzia la caduta di Babilonia
[1]Dopo ciò, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere e la terra fu illuminata dal suo splendore.
[2]Gridò a gran voce:
"E' caduta, è caduta
Babilonia la grande
ed è diventata covo di demòni,
carcere di ogni spirito immondo,
carcere d'ogni uccello impuro e aborrito
e carcere di ogni bestia immonda e aborrita.
[3]Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino
della sua sfrenata prostituzione,
i re della terra si sono prostituiti con essa
e i mercanti della terra si sono arricchiti
del suo lusso sfrenato".
Il popolo eletto deve fuggire
[4]Poi udii un'altra voce dal cielo:
"Uscite, popolo mio, da Babilonia
per non associarvi ai suoi peccati
e non ricevere parte dei suoi flagelli.
[5]Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo
e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
[6]Pagatela con la sua stessa moneta,
retribuitele il doppio dei suoi misfatti.
Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva.
[7]Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo
lusso,
restituiteglielo in tanto tormento e afflizione.
Poiché diceva in cuor suo:
Io seggo regina,
vedova non sono e lutto non vedrò;
[8]per questo, in un solo giorno,
verranno su di lei questi flagelli:
morte, lutto e fame;
sarà bruciata dal fuoco,
poiché potente Signore è Dio
che l'ha condannata".
Lamenti su Babilonia
[9]I re della terra che si sono prostituiti e han vissuto nel fasto con essa piangeranno e si lamenteranno a causa di lei, quando vedranno il fumo del suo incendio, [10]tenendosi a distanza per paura dei suoi tormenti e diranno:
"Guai, guai, immensa città,
Babilonia, possente città;
in un'ora sola è giunta la tua condanna!".
[11]Anche i mercanti della terra piangono e gemono su di lei, perché nessuno compera più le loro merci: [12]carichi d'oro, d'argento e di pietre preziose, di perle, di lino, di porpora, di seta e di scarlatto; legni profumati di ogni specie, oggetti d'avorio, di legno, di bronzo, di ferro, di marmo;[13]cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, cocchi, schiavi e vite umane.
[14]"I frutti che ti piacevano tanto,
tutto quel lusso e quello splendore
sono perduti per te,
mai più potranno trovarli".
[15]I mercanti divenuti ricchi per essa, si terranno a distanza per timore dei suoi tormenti; piangendo e gemendo, diranno:
[16]"Guai, guai, immensa città,
tutta ammantata di bisso,
di porpora e di scarlatto,
adorna d'oro,
di pietre preziose e di perle!
[17]In un'ora sola
è andata dispersa sì grande ricchezza!".
Tutti i comandanti di navi e l'intera ciurma, i naviganti e quanti commerciano per mare se ne stanno a distanza, [18]e gridano guardando il fumo del suo incendio: "Quale città fu mai somigliante all'immensa città?".[19]Gettandosi sul capo la polvere gridano, piangono e gemono:
"Guai, guai, immensa città,
del cui lusso arricchirono
quanti avevano navi sul mare!
In un'ora sola fu ridotta a un deserto!
[20]Esulta, o cielo, su di essa,
e voi, santi, apostoli, profeti,
perché condannando Babilonia
Dio vi ha reso giustizia!".
[21]Un angelo possente prese allora una pietra grande come una mola, e la gettò nel mare esclamando:
"Con la stessa violenza sarà precipitata
Babilonia, la grande città
e più non riapparirà.
[22]La voce degli arpisti e dei musici,
dei flautisti e dei suonatori di tromba,
non si udrà più in te;
ed ogni artigiano di qualsiasi mestiere
non si troverà più in te;
e la voce della mola
non si udrà più in te;
[23]e la luce della lampada
non brillerà più in te;
e voce di sposo e di sposa
non si udrà più in te.
Perché i tuoi mercanti erano i grandi della terra;
perché tutte le nazioni dalle tue malìe furon sedotte.
[24]In essa fu trovato il sangue dei profeti e dei santi
e di tutti coloro che furono uccisi sulla terra".

Capitolo 19

Canti di trionfo in cielo
[1]Dopo ciò, udii come una voce potente di una folla immensa nel cielo che diceva:
"Alleluia!
Salvezza, gloria e potenza
sono del nostro Dio;
[2]perché veri e giusti sono i suoi giudizi,
egli ha condannato la grande meretrice
che corrompeva la terra con la sua prostituzione,
vendicando su di lei
il sangue dei suoi servi!".
[3]E per la seconda volta dissero:
"Alleluia!
Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!".
[4]Allora i ventiquattro vegliardi e i quattro esseri viventi si prostrarono e adorarono Dio, seduto sul trono, dicendo:
"Amen, alleluia".
[5]Partì dal trono una voce che diceva:
"Lodate il nostro Dio,
voi tutti, suoi servi,
voi che lo temete,
piccoli e grandi!".
[6]Udii poi come una voce di una immensa folla simile a fragore di grandi acque e a rombo di tuoni possenti, che gridavano:
"Alleluia.
Ha preso possesso del suo regno il Signore,
il nostro Dio, l'Onnipotente.
[7]Rallegriamoci ed esultiamo,
rendiamo a lui gloria,
perché son giunte le nozze dell'Agnello;
la sua sposa è pronta,
[8]le hanno dato una veste
di lino puro splendente".
La veste di lino sono le opere giuste dei santi.
[9]Allora l'angelo mi disse: "Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell'Agnello!". Poi aggiunse: "Queste sono parole veraci di Dio".[10]Allora mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo, ma egli mi disse: "Non farlo! Io sono servo come te e i tuoi fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù. E' Dio che devi adorare". La testimonianza di Gesù è lo spirito di profezia.

3. LO STERMINIO DELLE NAZIONI PAGANE

Il primo combattimento escatologico
[11]Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava "Fedele" e "Verace": egli giudica e combatte con giustizia.
[12]I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui. [13]E' avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio.[14]Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. [15]Dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa del Dio onnipotente. [16]Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e Signore dei signori.
[17]Vidi poi un angelo, ritto sul sole, che gridava a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: [18]"Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei capitani, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi".
[19]Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti radunati per muover guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito. [20]Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta che alla sua presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti avevan ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo.[21]Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al Cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.

Capitolo 20

l regno dei mille anni
[1]Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell'Abisso e una gran catena in mano. [2]Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il diavolo, satana - e lo incatenò per mille anni; [3]lo gettò nell'Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un pò di tempo. [4]Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonanza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; [5]gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. [6]Beati e santi coloro che prendon parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni.

Secondo combattimento escatologico
[7]Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo carcere [8]e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra, Gog e Magòg, per adunarli per la guerra: il loro numero sarà come la sabbia del mare. [9]Marciarono su tutta la superficie della terra e cinsero d'assedio l'accampamento dei santi e la città diletta. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. [10]E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli.

Il giudizio delle nazioni
[11]Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciar traccia di sé.[12]Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. [13]Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. [14]Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. [15]E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco.

Capitolo 21

4. LA GERUSALEMME FUTURA
La Gerusalemme celeste
[1]Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. [2]Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. [3]Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
"Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il "Dio-con-loro".
[4]E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate".
[5]E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose"; e soggiunse: "Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci.
[6]Ecco sono compiute!
Io sono l'Alfa e l'Omega,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete darò gratuitamente
acqua della fonte della vita.
[7]Chi sarà vittorioso erediterà questi beni;
io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio.
[8]Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. E' questa la seconda morte".

La Gerusalemme messianica
[9]Poi venne uno dei sette angeli che hanno le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli e mi parlò: "Vieni, ti mostrerò la fidanzata, la sposa dell'Agnello". [10]L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. [11]Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. [12]La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele[13]A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte[14]Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello.
[15]Colui che mi parlava aveva come misura una canna d'oro, per misurare la città, le sue porte e le sue mura. [16]La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L'angelo misurò la città con la canna: misura dodici mila stadi; la lunghezza, la larghezza e l'altezza sono eguali.[17]Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall'angelo. [18]Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo.[19]Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, [20]il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l'ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l'undecimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. [21]E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta è formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente.
[22]Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio. [23]La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello.
[24]Le nazioni cammineranno alla sua luce
e i re della terra a lei porteranno la loro magnificenza.
[25]Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno,
poiché non vi sarà più notte.
[26]E porteranno a lei la gloria e l'onore delle nazioni.
[27]Non entrerà in essa nulla d'impuro,
né chi commette abominio o falsità,
ma solo quelli che sono scritti
nel libro della vita dell'Agnello.







Capitolo 22
Un fiume d'acqua
[1]Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. [2]In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni.
[3]E non vi sarà più maledizione.
Il trono di Dio e dell'Agnello
sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno;
[4]vedranno la sua faccia
e porteranno il suo nome sulla fronte.
[5]Non vi sarà più notte
e non avranno più bisogno di luce di lampada,
né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà
e regneranno nei secoli dei secoli.
[6]Poi mi disse: "Queste parole sono certe e veraci. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra breve. [7]Ecco, io verrò presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro".
[8]Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. Udite e vedute che le ebbi, mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate. [9]Ma egli mi disse: "Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che custodiscono le parole di questo libro. E' Dio che devi adorare".
[10]Poi aggiunse: "Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino. [11]Il perverso continui pure a essere perverso, l'impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora.
[12]Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere[13]Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine. [14]Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. [15]Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna!

EPILOGO
[16]Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino".
[17]Lo Spirito e la sposa dicono: "Vieni!". E chi ascolta ripeta: "Vieni!". Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l'acqua della vita.
[18]Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; [19]e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro.
[20]Colui che attesta queste cose dice: "Sì, verrò presto!". Amen. Vieni, Signore Gesù. [21]La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi. Amen! 

Io sono l'Alef e il Tav, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!








Ebraico, la lingua Biblica Cristiana

Ebraico, la lingua dei Cristiani e della Bibbia.

L'Ebraico è la lingua del Popolo di Israele, trasmessa attraverso la Bibbia al popolo Cristiano. Yeshua- Gesù parlava Ebraico, lingua degli Ebrei religiosi e del popolo, e Aramaico, lingua della Galilea, dove sua madre Maria e suo padre Giuseppe sono nati, e dove Gesu' stesso ha vissuto. A Nazaret e poi a Cafarnao, nell'Alta Galielea siamo già al confine con la Siria, dove l'Aramaico è una lingua ancora presente ai nostri giorni.

L'Ebraico però è la lingua dei Giudei, e la Bibbia ci racconta in 2Re 18,26 una storia che chiarisce ogni dubbio sulla lingua di Gesù. L'Ebraico era ed è ancora oggi, la lingua del popolo di Israele.

Eliakim figlio di Chelkia, rispose al coppiere del Re di Siria : "per favore parla ai tuoi servi in aramaico, perchè noi lo comprendiamo; ma non parlarci in Ebraico, il popolo che è sulla mura, ha orecchi per sentire". 2 Re18,26. Il gran coppiere allora si alzo' in piedi e grido' a gran voce in Ebraico dicendo: udite la parola del grande Re, del re d'Assiria. E' chiaro che gli Ebrei capivano e parlano le due lingue: l'Ebraico e l'Aramaico.




La lingua Aramaica era usata sicuramente da persone istruite, e ci sembra di capire che l'Ebraico era la lingua del Popolo di Israele. Per Gesu' e Maria sua madre però, come per tutti gli abitanti dell'alta Galilea, l'Aramico e' ancora oggi, la seconda lingua parlata dagli Ebrei in Israele.

L'Ebraico però è anche la lingua del Cristianesimo; per il Cristiano l'Ebraico è la lingua di Dio, la lingua con la quale è stata scritta la Torah che studiava Gesù da bambino, la lingua dei profeti Isaia, Ezechiele e Daniele e la lingua con cui ci parla l'Apocalisse.

L'apocalisse è il libro Sacro piu' Ebraico di tutti i libri bibblici e nomina chiaramente le 2 lettere dell'Alfabeto Ebraico più conosciute: la Prima Alef e l'Ultima lettera, la Tav.

Gesù da vero Ebreo, non ha fatto mistero del suo  Ebraismo; si è mostrato in mezzo a 7 menorah d'oro, ha nominato l'alfabeto Ebraico, quando ha dichiarato di essere l'Alef e il Tav, usando la lingua Ebraica per far capire che Lui è il Primo e l'Ultimo, proprio come le lettere dell'alfabeto. I suoi seguaci sono persone del popolo e devono essere in grado di capire il Suo messaggio. Non cercava l'elite, ma un popolo!

Ma la lingua Ebraica non si limita solo all'alfabeto; tutta l'Apocalisse parla Ebraico con la simbologia tipica dell'Ebraismo. Il rotolo, la menorah, il Leone di Giuda, l'Alef e il Tav, le 12 Tribù di Israele, il Tempio di Dio, le trombe, i sigilli, le coppe, la Gerusalemme celeste, il banchetto finale.

Il Cristiano si ritrova tra le mani, leggendo l'Apocalisse, un libro  Sacro Ebraico che svela il mistero di Dio nascosto nei secoli, Rivelato da Yeshua- Gesù il Messia di Nazaret, sognato e atteso dai profeti e dai patriarchi di Israele per secoli.

Gesu' raccomanda all'Angelo della 5 tromba di non danneggiare la creazione, ma solo coloro che non hanno in fronte, il segno Tav, quello della Fine dei tempi. Apocalisse 9,4. Ancora una volta vediamo che la lingua e l'alfabeto Ebraico, viene usato come mezzo di comunicazione per comprendere i misteri Divini. Per capire l'Apocalisse infatti, dobbiamo immergerci totalmente nella cultura e nella lingua Ebraica, senza le quali il Libro Sacro della Rivelazione, diventa un libro illeggibile, velato. Rivelare l'Apocalisse, significa svelare l'Ebraismo degli "Ultimi Tempi" e  svelare il progetto di Dio per Israele e per le Nazioni, che il Messia Gesù ha lasciato.





Per i Cristiani in quasi 2000 anni, è stato quasi impossibile svelare l'Apocalisse senza la chiave ebraica con la quale l'Apocalisse è stata scritta, a motivo della traduzione del Libro Biblico, che ha fatto a meno dell' Ebraicità della Rivelazione stessa. Ritrovare la chiave Giudaica dell'Apocalisse significa non solo comprendere l'Apocalisse, ma svelare i misteri nascosti dell'Ebraismo.

La Bibbia per essere originale e per essere comprensibile ai Cristiani che la leggono, avrebbe dovuto mantenere il suo carattere Ebraico; oggi è indispensabile restituire agli scritti Sacri, la vera identità.

Yeshua- Gesù Messia di Nazaret, non poteva fare a meno di usare l'alfabeto Ebraico per affermare la verità Divina, e presentandosi a Giovanni lo fà da Ebreo a Ebreo. Dice il Signore Dio: IO SONO l'Alef e il Tav, IO SONO YHWH l'Onnipotente! Apocalisse 1,8

Con questa frase il Messia Gesù sapeva che Giovanni avrebbe capito esattamente cosa voleva dire. L'Alef e la Tav sono rispettivamente la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto Ebraico, e il messaggio è chiarissimo.

Il Profeta Ezechiele è ancora piu' chiaro, in una similitudine con la rivelazione dell'Apocalisse: "Passa in mezzo a Gerusalemme e  segna la lettera Tav, la lettera della "Fine dei tempi" sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per gli abomini che vi si compiono". L'Angelo ha l'ordine di non toccare coloro che hanno il "segno Ebraico" Divino sulla loro fronte. Ezechiele 9,4

Allora l'Apocalisse viene svelata in tutto il suo significato: il Messia atteso da Israele, il Re dei Giudei, si assicura che i fedeli abbiano un segno di riconoscimento, e che questo segno è inequivocabilmente, un segno che qualsiasi ebreo puo' riconoscere, e che il Cristiano fa' suo accogliendo la Rivelazione Apocalitica del Vangelo.

Questo legame della lingua fà dell'Ebraico, la lingua Cristiana Biblica indispensabile per comprendere la Rivelazione Finale di Gesù Cristo alla Chiesa Universale, nel Libro dell'Apocalisse.






Monte Tabor, il Monte di Dio.

Nella teologia delle religioni ogni buon profeta è associato ad un Monte o ad una montagna, dove Dio parla o chiama a salire, per poter ricevere la Rivelazione Divina. E' ben nota la storia del Profeta Elia, che sale su un monte vicino la moderna città di Haifa in Israele, dove c'è ancora la "cava di Elia" e dove is profeta di Israele si rifugiava, per parlare con Dio. Anche i  falsi profeti hanno inventato un Monte, dove Dio gli avrebbe parlato, senza però che queste dichiarazioni trovassero un minimo di fondamento.

Così possiamo dichiarare che un profeta è legato ad una Montagna specifica, come il Progeta Mose', che incontrava Dio sul Monte Sinai, nel deserto d'Egitto per ascoltare le Parole di Dio.

Prima di Mose' solo Abramo aveva dovuto salire il Monte Moria, che è Gerusalemme, per fare un'offerta e un sacrificio a Dio, dove Dio gli avrebbe parlato e detto cio' Dio desiderava che Abramo sapesse. il Monte Moria nel tempo, si è trasformato nella Capitale del Regno di Israele, da dove Dio parlava al suo popolo dalla Sua residenza nel  magnifico e grandioso Tempio di Salomone.

Dopo Mosè e Salomone, Dio ha concluso la Sua Rivelazione con Gesù di Nazaret, il Re dei Giudei e il Re dell'Universo; e anche a Gesù e ai Suoi Apostoli, Dio ha voluto dare il Suo messaggio Finale su un Monte, il Monte Tabor nel Nord di Israele, in Galilea.



Il Monte Tabor, dopo il Monte Sinai, è diventato il Monte di Dio per eccellenza, il Monte Sacro; Gesù porta i suoi migliori 3 Apostoli, per una Rivelazione che avrebbe posto il Sigillo a tutte le rivelazioni e chiuso la Profezia Sigillandola con Gesù. Con Gesù hanno avuto fine tutte le profezie passate e future, compiendo la Fine di tutte le Profezie e Sigillando la Fine di tutti i Profeti di Dio. Sul Monte Tabor Gesù mostra ai suoi tre piu' validi Apostoli, Mose' ed Elia, i più grandi e importanti Profeti di tutta la Rivelazione Divina.

Era necessario che i tre Apostoli vedessero Mosè e il profeta Elia insieme a Gesù, per capire a pieno che la missione di Gesù è veritiera, e che solo con la presenza di 2 dei più grandi profeti di Israele, gli Apostoli potevano comprendere che come la storia del popolo di Israele è nata con Mose', e prosegiuta con Elia, adesso finiva con Lui, Gesu' di Nazareth. Nessun altro uomo su questa terra, ha mai potuto dire di aver aver incontrato Mosè ed Elia, e di aver sentito la "voce di Dio" che diceva: "questo è il mio messaggero prediletto, ascoltatelo"!

 La trasfigurazione di Gesù.
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. Matteo 17,1




La Bibbia ci ricorda per la seconda volta che Dio ha dichiarato Gesù il figlio prediletto, l'amato, invitando gli Ebrei i tutti gli uomini, ad ascoltarlo. In più sotto la presenza e la testimonianza dei altri 2 grandi profeti, Mose' ed Elia. L'altra volta in cui Dio ha fatto "udire la Sua voce" a parte nel Sinai con Mosè, è stato il giorno del Battesimo di Gesù sul fiume Giordano, il fiume Santo di Dio.

Durante il Battesimo di Gesù Dio ha fatto sentire la Sua Voce" a Giovanni il Battezzare, meglio conosciuto come il Battista, che solo come Elia aveva fatto in precedenza, battezzava per purufucare il Popolo Ebraico dai suoi peccati, richiamandoli alla teshuva, cioè al pentimento. Durante il Battesimo di Gesù nelle acque del fiume Giordano, Dio ha voluto assicurarsi che si sapesse chi era per Lui Gesù: 

Battesimo di Gesù

In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». Matteo 3,13



Non capita tutti i giorni di sentire la "Voce di Dio" ma per gli Ebrei non era una novità: Dio parlava a Mosè, aveva parlato ad Elia e ai profeti di Israele, Dio aveva parlato ad Abramo e ai Patriarchi Isacco e Giacobbe. Per Israele Dio è il Dio Vivente, il Dio che parla ai viventi. Dio ha parlato in varie fase cruciali della storia del popolo Ebraico, e la venuta del Messia è una di quelle; Dio ha parlato per l'ultima volta agli uomini, nella venuta Finale del Messia e profeta Gesù. Il figlio e Messaggero amato di  Dio, l'Unigenito. Figlio, Profeta e Re, Principe della Pace.

Dio ha dovuto usare la "Sua Voce" per Rivelare agli uomini la Sua preferenza; Dio ha scelto Gesù.

Per rendere visibile agli Ebrei questa scelta, Dio si è reso visibile mandando una colomba, la stessa che venne incontro a Noe', per far capire che la pace Divina era presenta nella persona di Gesù di Nazaret. E' Lui il vero Messaggero di Dio e vedendo la colomba gli Ebrei hanno riconosciuto che era lo stesso simbolo della Pace di Dio offerto a Noe' e ad i suoi figli, nel patto Divino di salvezza. Gli ebrei lo avrebbero capito senza alcun dubbio.

Dio ha così fatto conoscere il Suo Messaggero ad Israele e al mondo intero; ora deve compiersi il mistero atteso dagli uomini, la venuta del Messia e Dio ha voluto assicurarsi che tutti i "segni" che lo distinguono sono visibili all'uomo. Cosi' manda ancora una volta la colomba di pace.

Questo è stato l'altro momento importante per gli Apostoli, per capire la veridicità della Missione del messaggero di Dio; e per confermarla, al Monte Tabor, Monte di Dio, il secondo "segno" è stato ancora più forte. Mosè ed Elia hanno fatto da testimoni di gesù, Testimoni del Messia promesso. Durante la pasqua Ebraica il Profeta Elia è invocato, come il profeta che deve venire. Ecco, adesso non solo Elia ma anche Mosè sono venuti sul Monte di Dio, a far da testimoni di Gesù e della Sua missione Divina. Non solo, ma Dio ha voluto parlare sul Monte Tabor, ai 3 più Grandi Profeti di Israele, per chiudere ogni Profezia precedente e mettere i Sigilli alla Rivelazione Divina. Sul Monte Tabor Dio ha messo il Sigillo della Profezia su Gesù, sigillandola con la testimonianza di Mosè e Elia. 




Il Monte Tabor in Israele è diventato così il Monte di Dio, il Monte che dopo il Sinai ha sentito la "Voce di Dio" e il Monte Santo per tutti gli uomini, sul quale riascoltare la Rivelazione di dio al mondo intero.  Con Gesù sul Monte Tabor, Dio ha messo il Sigillo Finale a tutte le Profezie precedenti, ed ha Sigillato in Gesù lo Spirito Divino della Profezia Divina.

Il Libro dell'Apocalisse ci spiega chiaramente questo concetto nel canto del Trionfo: 

Allora l'angelo mi disse: "Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell'Agnello!". Poi aggiunse: "Queste sono parole veraci di Dio".Allora mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo, ma egli mi disse: "Non farlo! Io sono servo come te e i tuoi fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù. E' Dio che devi adorare". La testimonianza di Gesù è lo Spirito di Profezia. Apocalisse 19,9

E' chiaro dal Libro dell'Apocalisse che Gesù stesso è lo Spirito di Profezia, la Profezia di Dio vivente e il Sigillo di tutte le Profezie di Dio, in modo particolare Gesù è la Profezia Finale di Dio.

Non ci sono dubbi sia dagli scritti Sacri della Torah, nell'Antico Testamento che nel Vangelo del Nuovo Testamento di Dio, che con la venuta di Gesù di Nazaret, Il Re dei Giudei e Messia di Israele, Re dell'Universo, si è conclusa ogni Profezia e  non dobbiamo attenderne altre. Qualunque uomo e chiunque dichiara, all'infuori dell'Ebreo Gesù di aver avuto qualche altra Rivelazione, è solo un falso profeta che non ha mai potuto nè vedere nè sentire Mosè ed Elia nel Monte di Dio, che è il Tabor in Israele. Da lì, e solo da quella Montagna di Dio è visibile la Piana di Esdraelon, la Valle di Armaggeddon, meglio conosciuta come la Valle di Izreel vicino a Nazareth, dove è vissuto Gesù.

Luogo menzionato solo nella Torah e nell'Apocalisse e che solo Ebrei e Cristiani conoscono, come il luogo della sconfitta dei nemici di Dio, tutti nominati uno dopo l'altro, nella Rivelazione di Gesù Cristo.

Chi non ha parlato con Dio sul Monte Tabor in Israele e non ha visto ne' parlato con Mosè ed Elia, è semplicemente un falso profeta. Dio ha fatto udire la "Sua Voce" per ultimo, sul Monte di Israele.








L'Inviato di Dio, Gesù di Nazareth.

L'Inviato di Dio in Israele.

Nel mondo moderno molti hanno sognato di essere persone divine, di avere un canale speciale di accesso a Dio o addirittura di essere un inviato di Dio. Nel mondo dall'Arabia  all'India, dal Nepal e da vari paesi Orientali, dei giovanetti e qualche bambino, sono stati presentati al mondo, come possibili inviati di Dio, dichiarazioni che sono nate senza nessun fondamento e solo perchè magari la persona in questione, viveva in una caverna come ai tempi dei profeti di Israele. Uno sguardo accurato però alla Rivelazione Divina, ci schiarisce subito i dubbi sui tanti "pretendenti inviati", ma mai inviati da nessuno.

Dopo il tempo dei profeti, Dio stesso è voluto venire in Persona sulla terra e tra gli uomini, lasciandosi al passato le caverne e le cave dei profeti; nei nostri tempi Dio ha mandato Suo Figlio, per mettere la Parola Fine alla Sua Rivelazione Sopranaturale. Nei paesi meno civilizzati come quelli Orientali e Medio Orientali, dove la civilizzazione e la cultura non è ancora pienamente arrivata e dove è circoscritta solo a pochi ricchi, il deserto, le cave o le caverne naturali, sono ancora desiderio di fantasia della divinità, del Divino Dio, per il semplice motivo che a molti popoli ancora oggi, non è ancora arrivato pienamente il messaggio Biblico di Gesù Salvatore del Mondo!









Con la rinascita di Israele che da quasi 70 anni ha riportato alla ribalta i "luoghi Bibblici" sia dell'Antico che del Nuovo Testamento, tante cose sono cambiate; il bellissimo deserto della Giudea, le colline della Samaria, il Mar Morto e persino i cammelli che vagano tra le strade di Israele, hanno riportato la Rivelazione di Dio di nuovo nel luogo dove tutto ha avuto inizio, senza che gli uomini dovessero andare in Egitto o in Nord Africa per vedere il deserto. Israele ha cosi' ritrovato la sua civilizzazione e la Rivelazione di Dio si è spostata al luogo dei fatti. Gesù di Nazaret, l'Inviato di Dio nato, vissuto, morto e Risorto in Israele, tra Betlemme, Nazaret e Gerusalemme e che ha potuto vivere nel deserto della Giudea attorno alla città Santa di Gerusalemme, finalmente si è fatto carne, ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, a poche ore di volo dall'Europa. Non è più necessario andare in Nepal per sognare la creazione ancora incontaminata, e li' cercare di trovare Dio, lo spirito del Divino; non è più necessario fare viaggi esotici, pensando di trovare cio' che in Europa l'uomo non riesce a trovare, il senso di Dio. Viaggi sul Nilo in memoria dell'Egitto, viaggi nel mare della Grecia per cogliere la magia del Divino delle storie Greche o comunque viaggi esotici in Oriente, Tailandia, India, Nepal, paesi dove per decenni uomini e donne Cristiane hanno cercato il senso di Dio.

Con la rinascita di Israele, si è avvicinata a noi, la terra che ha visto l'Inviato di Dio Gesù nascere e morire per tutti gli uomini, e i deserti sognati, le stelle polari, il lago e altre bellezze naturali, hanno preso vita nella Terra Santa di Israele.  Possiamo finalmente percorrere il deserto di Giuda dove Gesù ha trascorso 40 giorni e 40 notti, possiamo prendere la barca e fare una gita sul Lago di Tiberiade, anche conosciuto come Lago di Galilea, possiamo spendere qualche ora nel Mar Morto tra i cammelli e possiamo visitare le grotte di Qumran dove i rotoli della Rivelazione di Dio, sia quella Antica che quella Moderna sono stati ritrovati. E si', perche' tra tutte le cave e le caverne del mondo, il "rotolo del profeta Isaia è stato trovato tra le meravigliose cave di Qumran, nel Mar Morto, in Israele. E' qui' che il deserto di Giuda di cui parlano i Vangeli, si unisce al deserto di giuda, dove Gesù Cristo, il Salvatore dei Cristiani e del mondo intero, passeggiava.









E' nella cava di Haifa, nel Nord di Israele, che il profeta Elia si rifugiava, quando si sentiva in pericolo e voleva sentire la Voce di Dio. Con la rinascita dello Stato di Israele, è rinata la casa dell'Inviato di Dio, a Nazareth, il luogo dove predicava, in Galilea e la Città Santa di Gerusalemme, dove andava in pellegrinaggio, al Tempio Ebraico di Salomone.  In una piccola terra chiamata Israele, è rinata anche la storia della Rivelazione di Dio e dell'Inviato di Dio, Gesù di Nazareth.

L'inviato di Dio è un Ebreo di nome Yeshua che significa "Dio Salva" al quale abbiamo dato il Nome di Jesus o Gesù, in italiano. L'Inviato di Dio è nato, vissuto, morto e Risorto nella stessa terra, in Israele la terra dei profeti della Bibbia e dei Patriarchi del Vecchio Testamento. Tutto il Nuovo Testamento parla e descrive la terra dell' Inviato di Dio Gesu' di Nazaret, chiamata anche Terra Santa proprio a motivo della Santità della Rivelazione che Dio ha lasciato a Gesù, il Suo Inviato.

Israele è l'unica Nazione nel mondo ad essere conosciuta come Terra Santa, e il motivo è proprio perchè l'Inviato di Dio Gesù di Nazaret, ha operato la missione Divina nel territorio di Israele. Non esiste un altro paese nel mondo che possa vantare il nome di Terra Santa, eccetto Israele. E non esiste un'altra Città Santa nel mondo a parte Gerusalemme, dove l'Inviato di Dio Gesù ha parlato e insegnato. L'Inviato di Dio è un uomo che conosce e insegna la Legge di Dio, che vive e insegna al popolo e che viene riconosciuto dal popolo come Inviato di Dio perchè compie azioni che solo Dio potrebbe dargli il potere di compiere.











Gesù è stato Inviato da Dio per confermare al Popolo Ebraico la validità della legge di Mosè, il profeta e amico di Dio dei tempi Antichi, affinchè l'uomo possa conoscere Dio anche nella generazione attuale; Gesù è stato Inviato da Dio per insegnare l'Unica Legge Divina considerata valida tra gli uomini, fin dai tempi Antichi. Dio è immutabile e questo è il messaggio dell'Inviato di Dio, Gesu' di Nazareth, che ha ricordato Mosè e la legge da lui data agli uomini, e ha nominato il Profeta Isaia e il Profeta Daniele come due profeti ai quali fare riferimento per capire i segni dei tempi nella vita degli uomini, riguardo ai fatti che porteranno "la fine dei tempi" e il Suo secondo ritorno sulla Terra per giudicare gli uomini  secondo la legge di Mosè, confermata anche dall'Ultimo Inviato di Dio Gesu' Cristo.

Gesù non detiene solo il Nome di Inviato Dio, ma anche quello di:
La Porta di accesso a Dio
Luce del Mondo
il Primo e l'Ultimo
figlio di Dio,
figlio di Davide,
figlio di Giuseppe,
figlio dell'uomo
il Sigillo dei Profeti,
la Via
la Verità
la Vita
il Buon Pastore, il Pastore grande delle pecore,
il Primo e l'Ultimo,
il Vivente e l'Eterno,
Vero Dio e Vero uomo
l'Agnello di Dio,
il Prediletto di Dio
Colui del quale Dio si è compiaciuto
Il figlio prediletto di Dio che l'uomo deve ascoltare.

L'inviato di Dio Gesù di Nazaret ha reso Sacra e Santa tutta la terra dove ha camminato, dalla Giudea alla Samaria, dalla Galilea a Gerusalemme. Tutta la terra di Israele è diventata Terra Santa e terra dove si fanno i pellegrinaggi per ricevere quelle grazie Divine che solo una Terra Santa può offrire agli uomini di ogni lingua, popolo, razza e Nazione.

Gesù di Nazaret è l'Unico Inviato di Dio e l'Ultimo Sigillo di Dio, e il mondo non deve attenderne altri. Tutta la Rivelazione Divina di Dio è Iniziata e Finita in Israele, nella Terra Santa degli Ebrei Israeliani. Ancora oggi Israele è chiamata la Terra Santa e Gerusalemme è definita la Città Santa di Dio per gli uomini sulla Terra.

L'Inviato di Dio è un uomo che come Gesù dopo la morte, è Risorto e non è rimasto in una caverna, ma come Dio Regna dal Cielo ed è presente sulla terra e vive in mezzo agli uomini. L'Inviato di Dio è il Vivente e il Risorto, l'unico segno che lo distingue dai falsi profeti.


Nessun commento:

Posta un commento